Ischemia cerebrale: cos’è, come riconoscere i sintomi
Per capire in che cosa consiste un’ischemia cerebrale dobbiamo innanzitutto dire che il nostro cervello necessita di nutrimento e ossigeno per svolgere le proprie funzioni. Questo processo di “nutrizione” è reso possibile dal sangue veicolato dai vasi sanguigni. L’arterie trasportano il sangue ossigenato, viceversa le vene recuperano il sangue ricco di sostanze di “scarto”.
Quando l’afflusso di sangue diretto al cervello è ostacolato, la zona che veniva regolarmente irrorata da ossigeno e nutrienti subisce un’improvvisa carenza di tali sostanze fondamentali. Il tessuto cerebrale subisce quindi una condizione dannosa e di sofferenza quanto più questa ostruzione perdura. Quando una zona del cervello è soggetta a uno status di sofferenza causato da una carenza nell’apporto di sangue si va incontro a un’ischemia.
Attacco ischemico transitorio (TIA)
Nei casi più fortunati l’ischemia si risolve spontaneamente nell’arco di 24 ore. È questo il caso dell’attacco ischemico transitorio/mini ictus.
Sebbene un TIA non provochi danni permanenti, esso rappresenta sempre un campanello di allarme. Nell’arco di un anno, infatti, un terzo delle persone compite da TIA vanno incontro a un ictus più serio e con danni maggiori. Riconoscere tempestivamente un TIA è un modo di prevenire conseguenze peggiori per il benessere del nostro sistema nervoso.
Ictus ischemico
Nei casi in cui i sintomi ischemici si protraggano per un tempo superiore alle 24 ore siamo davanti a un vero e proprio ictus. Alla comparsa dei primi sintomi è fortemente consigliato rivolgersi immediatamente al pronto soccorso.
Vari tipi di ischemia
Come anticipato l’attacco ischemico è causato da un mancato apporto di sangue al cervello. L’ostruzione al vaso sanguigno può essere di due tipi:
- Embolico: in questo caso il fattore scatenante è un grumo di sangue (embolo) proveniente da un altra parte del corpo e trasportato verso il sistema nervoso dal flusso ematico. Solitamente l’embolo inizia il suo viaggio dal cuore oppure da placche arteriosclerotiche situate nelle arterie che conducono il sangue al cervello.
- Trombotico: in questo caso l’ostacolo è generato da un coagulo di sangue (trombo) che si forma direttamente nel vaso sanguigno che andrà poi a ostruire. Quando siamo in presenza di una tale condizione (che abbraccia circa la metà dei casi totali di ischemia) generalmente parliamo di trombosi cerebrale.
Trombosi cerebrale
A sua volta la trombosi cerebrale si suddivide in:
- trombosi dei grandi vasi: un’ischemia trombotica che interessa le grandi arterie cerebrali
- malattia (trombosi) dei piccoli vasi: l’occlusione si verifica in una o più piccole arterie che irrorano di sangue il cervello penetrando profondamente nella materia cerebrale.
Ecco un video pubblicato da Laboratorio Analisi Cliniche Dr. D’Errico Angelo in cui si ha una panoramica sull’ischemia cerebrale.
Cause Fattori di rischio
I principali fattori a cui prestare attenzione sono:
- le patologie cardiovascolari
- l’età avanzata
- uno stile di vita sedentario
Di importanza fondamentale è svolgere quindi una corretta attività di prevenzione. Fra i giusti comportamenti da tenere troviamo:
- non fumare
- svolgere attività fisica regolarmente
- limitare l’assunzione di alcolici
- avere una dieta sana (basso contenuto di sale)
- cercare di mantenere il peso nella norma.
I sintomi dell’ischemia cerebrale
I sintomi dipendono da molteplici fattori come:
- l’area danneggiata
- l’estensione della zona colpita
- dal livello di riduzione del livello di sangue.
Nonostante questo possiamo riconoscere un pattern di sintomi che suonano da campanello di allarme. I sintomi di un attacco ischemico, infatti, compaiono all’improvviso (o nel giro di qualche minuto).
Fra i sintomi che caratterizzano l’ischemia troviamo:
- debolezza muscolare in una metà del corpo
- problemi alla vista in un’occhio o insorgere di diplopia (visione doppia)
- intorpidimento o mancanza di sensibilità nelle braccia o nel viso
- improvviso insorgere di mal di testa
- comparsa di vertigini e perdita di equilibrio
- difficoltà nell’eloquio o nel comprendere i discorsi di altri
- confusione mentale
- movimenti rallentati, difficoltosi, scoordinati
- svenimento, sincope, perdita di conoscenza.
Come avviene la diagnosi
Alla comparsa dei primi sintomi è fondamentale recarsi al pronto soccorso. Fra gli esami che si rivelano particolarmente utili troviamo:
- analisi di laboratorio per individuare la presenza di ipertensione, anemia, policitemia, infezioni o ipercoagulabilità del sangue e valutare i livelli di lipidi nel sangue e la Ves
- elettrocardioramma
- ecocardiogramma
- controllo della pressione arteriosa e del ritmo cardiaco
- risonanza magnetica
- tac cranio-encefalica: un tipo di esame che va a evidenziare aree ipodense in zone ischemiche.
Il trattamento dell’ischemia cerebrale
Se si riesce a somministrare per via endovenosa, entro poche ore dall’attacco, sostanze trombolisiche, siamo in grado di limitare in maniera importante i danni provocati dall’ischemia.
La trombolisi riesce così a sciogliere uno dei principali componenti dei trombi con conseguente rimozione dell’ostruzione del vaso sanguigno. Con il passare delle ore aumenta il rischio di insorgere in maggiori complicazioni, come, ad esempio, la comparsa di emorragie secondarie. Per questo è fondamentale ricorrere alla terapia trombolitica in maniera tempestiva.
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