Ipoestesia: cos’è, sintomi e cause
Quando siamo in presenza di una riduzione parziale (soltanto alcune forme di sensibilità sono compromesse) o totale (abbraccia ogni tipo di sensibilità superficiale) della sensibilità della cute a stimoli esterni (dolorosi, tattili o termici) siamo in presenza di ipoestesia. L’origine del nome di questo termine ci suggerisce quindi la caratteristica di questa problematica: deriva infatti da ipo (carente) ed estesia (sensibilità).
Forme di sensibilità superficiale
Poiché il nostro corpo è soggetto a tre tipologie di sensibilità, anche i vari tipi di test che permettono di riconoscere la presenza di ipoestesia si distinguono in tre categorie:
- tattile: si va a toccare la pelle con un pennellino, un batuffolo o un pezzo di carta
- dolorifica: si va a generare una lieve pressione sulla cute con un ago
- termica: si utilizzano provette di acqua calda e fredda, andando ad agire su aree di pelle simmetriche.
Forme di sensibilità profonda
Anche quest’altro tipo di sensibilità, molto più profondo rispetto a quella che coinvolge la cute, può essere intaccata dall’ipoestesia. In questo caso troviamo questi tipi di test:
- pressione barestesica: si applica pressione sulla cute, aumentando intensità e durata in maniera progressiva
- vibrazione pallestesica: si applica un diapason in stato di vibrazione su una superficie ossea accessibile (tibia, malleoli)
- senso di posizione: induciamo il paziente a eseguire specifici movimenti a occhi chiusi, chiedendo poi un suo feedback sul movimento che ha appena eseguito o di replicare il gesto con l’altro arto
- dolorifica profonda: si pizzicano i talloni d’Achille o gli arti del paziente per valutare quanta forza è necessaria per fargli provare dolore.
I sintomi dell’ipoestesia
Questo tipo di problematica può andare a coinvolgere ogni parte del corpo e solitamente è accompagnata da una perdita di forza muscolare nel paziente. Nel caso in cui l’ipoestesia sia scatenata da cause nervose periferiche possiamo trovare ulteriori sintomi come:
- neuropatie
- alterazioni della motilità
- disturbi del trofismo muscolare.
Ecco qui un video pubblicato dal Gruppo San Donato che ci fa una panoramica su come capire quando un formicolio a origine neurologica.
Le cause dell’ipoestesia
Quando si manifesta questo genere di problematica le possibili cause possono essere molteplici, come:
- lesioni che interessano il sistema nervoso centrale: è questo il caso di un attacco ischemico transitorio (TIA), di un aneurisma o dell’ischemia cerebrale, di patologie che riguardano il midollo spinale e la colonna vertebrale (come, ad esempio, i tumori midollari o la siringomielia) e di lesioni a carico del talamo;
- conseguenza di alcuni interventi chirurgici;
- effetto provocato da un farmaco;
- risultato di sclerosi multipla, ustioni, lebbra, alcolismo, fuoco di Sant’Antonio, sindrome da decompressione (si verifica durante una rapida ascesa, in questo caso è dovuto dall’insorgere di bolle d’aria che si formano nel sangue e che impediscono la corretta ossigenazione dei tessuti) e altre patologie.
- per cause nervose periferiche quando, ad essere danneggiati sono i nervi (neuropatie) dei gangli sensoriali o delle vie nervose, conduttrici degli stimoli della sensibilità.
La diagnosi dell’ipoestesia
Essendo presente una molteplicità di fattori capaci di generare questa problematica è innanzitutto necessario rivolgersi al proprio medico all’insorgere dei primi sintomi. Tramite una serie di analisi si riuscirà quindi a restringere il campo dei possibili fattori scatenanti, avere una diagnosi e iniziare una terapia mirata. L’iter da seguire solitamente racchiude:
- visita medica: il paziente viene sottoposto a una serie di domande mirate a all’individuazione della posizione e della gravità del deficit sensoriale
- studio dei sintomi
- esami del sangue
- ulteriori test di accertamento: possono comprendere una tomografia assiale computerizzata (TAC), risonanza magnetica (RM).
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