Ictus: cosa accade alla vista?
L’ictus può colpire adulti e bambini, con conseguenze devastanti sulla salute.
La paresi del corpo e la difficoltà nel parlare (afasia) sono i sintomi più noti, meno conosciuti sono gli effetti dell’ictus sulla vista.
Gli stessi medici possono sottovalutarne le conseguenze dell’ictus sul piano visivo1 e una migliore informazione potrebbe favorire una diagnosi più precoce e un trattamento più efficace.
Le linee guida italiane di prevenzione (SPREAD) considerano essenziale l’informazione, anche a fronte di un notevole impegno di risorse assistenziali.
Codice Blu ictus: i 90 minuti che salvano la vita
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’ictus è una delle principali cause di morte e disabilità. Nel mondo si stimano circa 12 milioni di casi di ictus ogni anno2, di cui 200.000 in Italia, circa l’80% sono i nuovi casi3.
Tutti gli ictus sono diversi, così come gli effetti e la diagnosi clinica.
Chiedere di sorridere: la bocca tira da un lato, è asimmetrica.
Chiedere di alzare entrambe le braccia in avanti: una delle braccia cade giù.
Chiedere di ripetere una semplice frase (ad es. “il cielo è blu”). Non riesce a farlo bene e parla farfugliando.
Verificare se la persona vede annebbiato, non vede metà degli oggetti, oppure vede doppio.
Figura 1 – È possibile riconoscere un ictus se improvvisamente compaiono uno o più di questi sintomi4.
La presenza di disturbi visivi come sintomo principale può produrre una varietà di possibili diagnosi errate, come un forte mal di testa. A questo si aggiunge il fatto che Il 30% degli italiani pensa di doversi recare autonomamente in ospedale all’insorgenza dell’ictus5, o di chiamare il proprio medico (83%), invece di chiamare immediatamente il 112, numero unico europeo per le emergenze.
Questo può ritardare la diagnosi di alcuni giorni1, rispetto ai 90 minuti entro i quali una persona colpita da un ictus dovrebbe ricevere assistenza medica, per aumentare la sopravvivenza e ridurre le conseguenze invalidanti.
Non sottovalutare mai un ictus, perché i problemi visivi conseguenti spesso vengono scambiati per emicrania e ci possono volere giorni prima di rendersi conto che non è un forte mal di testa.
Un ictus ischemico non trattato distrugge 1,9 milioni di neuroni al minuto, 13,8 miliardi di sinapsi e 12 km di fibre mieliniche6. Rispetto al normale tasso di perdita di neuroni nell’invecchiamento cerebrale, il cervello colpito da un ictus invecchia di 3,6 anni ogni ora senza trattamento7. Pertanto, il fattore tempo è determinante per salvare il cervello, ma anche una corretta informazione.
Purtroppo, l’80% degli under 45 ne trascurano i sintomi, perché convinti che il problema riguardi soltanto gli anziani.
In che modo un ictus può influenzare la mia vista?
Il 58% delle persone ha problemi di vista dopo un ictus8, che influenzano pesantemente la vita quotidiana.
Potresti vedere annebbiato o non vedere metà degli oggetti (emianopsia), oppure vedere doppio (diplopia), in uno o di entrambi gli occhi.
Un ictus può danneggiare qualsiasi segmento del percorso neurale che collega gli occhi al cervello o una sezione del cervello che elabora le immagini che gli occhi gli inviano.
Figura 2 – Infografica problemi visivi causati da un ictus.
Emianopsia: un problema visivo comune dopo un ictus
Uno studio epidemiologico9 ha categorizzato i problemi di vista più comuni che possono affliggerci dopo un ictus.
La perdita parziale o totale del campo visivo, in uno o entrambi gli occhi, è uno dei problemi visivi più comuni dopo un ictus.
Questa condizione è chiamata emianopsia e necessita di una riabilitazione specifica per aiutare la persona a gestire il cambiamento del suo campo visivo.
L’ictus ischemico è la causa più comune di emianopsia (69,7%)10, che colpisce anche i bambini nel 25% dei casi12.
In Italia il 60% delle persone sopravvissute ad un ictus sviluppano un’emianopsia11.
Il 50% dei soggetti13 con emianopsia omonima guariscono spontaneamente nel primo mese, mentre dopo 6 mesi l’emianopsia diventa cronica.
Figura 3a – Simulazione di emianopsia destra.
Figura 3b – Simulazione di emianopsia sinistra.
Figura 3c – Simulazione di emianopsia superiore.
Figura 3d – Simulazione di emianopsia inferiore.
La perdita parziale della capacità di visione influenza la percezione della profondità e la capacità di giudicare le distanze. Le persone con emianopsia hanno problemi a muoversi in ambienti affollati, difficoltà nel camminare in linea retta, guidare ed eseguire compiti visivi, come aiutare i figli nei compiti scolastici.
Vedere il cibo nel piatto, leggere, scrivere o guardare un film al cinema sono alcune tra le difficoltà che i pazienti con emianopsia affrontano quotidianamente.
Oltre al rischio di inciampare, cadere dalle scale e ai possibili problemi psicologici.
Emianopsia post-ictus, cosa fare?
Superata la fase acuta dell’ictus, è possibile seguire un percorso di riabilitazione in modo da migliorare quanto più possibile le funzioni visive perdute.
Dopo un ictus, il nostro cervello non può far crescere nuove cellule per sostituire quelle che sono state danneggiate, ma ha la capacità di riorganizzare quelle non danneggiate e compensare ciò che è andato perduto. Questo si chiama neuroplasticità.
Puoi rivolgerti ad un oculista, ortottista o a neurologo specializzato in ictus ed ipovisione.
Possono fornirti una diagnosi accurata ed organizzare un trattamento per il tuo problema di vista, che sia emianopsia, quadrantopsia o neglect.
Idealmente questa valutazione dovrebbe avvenire prima di lasciare l’ospedale, ma potresti essere indirizzato successivamente presso un Centro di Riabilitazione per le Disabilità Visive.
L’emianopsia stessa viene diagnosticata dopo un’approfondita valutazione visiva e neurologica. Il campo visivo computerizzato, la perimetria e la risonanza magnetica aiutano a definire, identificare e localizzare la sede e natura della lesione cerebrale. Indagini indispensabili per iniziare un trattamento adatto a migliorare la funzione capacità visive residue.
Riabilitazione dell’emianopsia e del neglect
La riabilitazione visiva dopo un ictus cerebrale è possibile, sebbene fino a pochi anni fa si sia creduto che le lesioni a carico della corteccia primaria fossero impossibili da rimarginare.
La riabilitazione visiva nei pazienti con emianopsia o neglect mira a massimizzare la visione residua e ripristinare il massimo grado di indipendenza nelle attività professionali e in altre attività quotidiane. Riducendo così la disabilità funzionale.
Una precisa valutazione clinica è la base per l’inizio della riabilitazione, perché solo conoscendo esattamente il tipo e l’entità del proprio danno potremo adottare il più efficiente intervento riabilitativo.
La riabilitazione visiva richiede un lavoro in equipe multidisciplinare e la creazione di un progetto personalizzato, che preveda un percorso capace di seguirne i possibili risvolti psicologici.
Il processo di riabilitazione è indipendente dall’entità della lesione o dal tempo passato dall’ictus che ha causato l’emianopsia.
Chiaramente nessun trattamento può rimuovere il problema che ha causato l’emianopsia o il neglect e riportarci allo stato di salute iniziale. La ricerca e l’innovazione tecnologica però stanno trasformando il modo in cui affrontare e trattare queste condizioni.
Semplici esercizi visivi da fare anche a casa nel tempo libero e l’utilizzo di dispositivi medici per la riabilitazione abilitati alla telemedicina, seguiti da remoto da professionisti, possono migliorare notevolmente la visione dei pazienti emianoptici.
Studi scientifici hanno dimostrato che un approccio basato sulla doppia stimolazione visiva e uditiva del campo visivo induce un miglioramento duraturo dell’emianopsia14. Il nostro cervello ha la capacità di “spostare” l’attività cerebrale collegata a una determinata funzione danneggiata in un’altra area del cervello.
Questa capacità ci accompagna dalla nascita ed è presente anche nelle persone anziane.
Anche i soggetti con neglect rispondono molto di più alla stimolazione combinata perché i neuroni multisensoriali reagiscono con efficacia agli stimoli viso-acustici. Questo meccanismo permette di spostare l’attenzione verso una porzione dello spazio che, proprio a causa del neglect, viene ignorata.
Un percorso riabilitativo personalizzato sulle tue caratteristiche, un atteggiamento positivo e aspettative realistiche possono farti superare una condizione che può sembrare insormontabile, ma che non deve definire la tua vita.
Ci sono risorse, comunità e professionisti pronti ad aiutarti ad affrontare la tua sfida, lungo tutto il percorso di riabilitazione.
Conoscere le opzioni di riabilitazione disponibili e chi contattare, può aiutare i pazienti e le loro famiglie nel processo di riabilitazione.
Prevenire l’ictus per prevenire l’emianopsia
È importante conoscere i principali fattori di rischio dell’ictus ed adottare misure di prevenzione può aiutare15 a ridurre il rischio di emianopsia. Per chi è ad alto rischio di ictus (anziano, iperteso, diabetico) lo è ancora di più!
Possiamo ridurre il rischio di ictus seguendo alcuni semplici consigli16:
- ridurre l’ipertensione e il colesterolo attraverso una dieta sana, povera di grassi saturi e ricca di fibre
- perdere il peso in eccesso
- fare una regolare attività fisica, anche i bambini e gli adolescenti
- smettere di fumare
- limitare l’uso di alcolici
- assumere tutti i farmaci necessari come prescritto e indicato dal medico
Infine, affidati a professionisti sanitari e fai regolarmente esami diagnostici per la prevenzione da ictus.
Impara a gestire lo stress, prenditi del tempo per te stesso e per gli altri.
Chiedi al tuo medico di base informazioni sul rischio di ictus e la diretta correlazione con l’emianopsia o il neglect, in base alla tua età, stato di salute generale e la storia sanitaria dei tuoi familiari.
I professionisti sanitari possono aiutarti a individuare il percorso riabilitativo più adatto al tuo caso.
Bibliografia
- Rowe FJ. Stroke survivors’ views and experiences on impact of visual impairment. Brain Behav. 2017; 7:e00778. https://doi.org/10.1002/brb3.778
- Impact of Stroke (World Stroke Organization)
- Cosa è l’ictus? (A.L.I.Ce. Italia ODV)
- Campagna informativa regionale italiana in collaborazione con Alice Toscana Onlus – Associazione per la lotta all’ictus cerebrale.
- Codice BLU: Percorso Ictus: Strategia, Principi attuativi ed Analisi dell’impatto socio-economico del Percorso Ictus in Italia.
- Saver JL. Time is brain – quantified. Stroke. 2006 Jan;37(1):263-6. doi: 10.1161/01.STR.0000196957.55928.ab. Epub 2005 Dec 8. PMID: 16339467.
- Ibidem
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- Ibidem
- Zhang X, Kedar S, Lynn MJ, Newman NJ, Biousse V. Homonymous hemianopia in stroke. J Neuroophthalmol. 2006 Sep;26(3):180-3. doi: 10.1097/01.wno.0000235587.41040.39. PMID: 16966935.
- Neglect ed emianopsia: riabilitazione tramite stimoli audiovisivi
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- Perez C, Chokron S. Rehabilitation of homonymous hemianopia: insight into blindsight. Front Integr Neurosci. 2014 Oct 22;8:82. doi: 10.3389/fnint.2014.00082. PMID: 25374515; PMCID: PMC4206079.
- Nadia Bolognini, Fabrizio Rasi, Michela Coccia, Elisabetta Làdavas, Visual search improvement in hemianopic patients after audio-visual stimulation, Brain, Volume 128, Issue 12, December 2005, Pages 2830–2842, https://doi.org/10.1093/brain/awh656
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- Prevent Stroke: What You Can Do
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