Disturbi del neurosviluppo: quali sono?
La redazione di Emianopsia ha il piacere di ospitare la Dott.ssa Beatrice Ferrari, neuropsicomotricista dell’età evolutiva. La Dott.ssa Ferrari ci propone un approfondimento sui disturbi del neurosviluppo.
Questi disturbi si manifestano nei primi anni d’età, perdurano nella vita adulta e sono caratterizzati da difficoltà nella sfera personale, sociale, scolastica o lavorativa.
Quali sono i disturbi del neurosviluppo?
Fra questi disturbi ritroviamo:
- la disabilità intellettiva
- i disturbi della comunicazione
- il disturbo dello spettro autistico
- il disturbo da deficit di attenzione/iperattività
- i disturbi del movimento
- il disturbo specifico dell’apprendimento.1
Disabilità intellettive
La disabilità intellettiva è caratterizzata da deficit del funzionamento sia intellettivo sia adattivo nei contesti di vita della persona. Si potrebbe osservare un deficit delle capacità mentali generali, come:
- ragionamento
- problem solving
- pianificazione
- pensiero astratto
- capacità di giudizio
- apprendimento scolastico
- apprendimento dell’esperienza.
Inoltre, sono presenti fragilità negli aspetti della vita quotidiana quali: comunicazione, partecipazione sociale, attività scolastica o lavorativa, e autonomia personali. Se il bambino non raggiunge le competenze attese per la determinata fascia d’età potrebbe essere presente un ritardo globale dello sviluppo.
Disturbi della comunicazione
I disturbi della comunicazione si manifestano precocemente e comprendono il disturbo:
- del linguaggio: caratterizzato da difficoltà nell’acquisizione e nell’uso delle diverse modalità di comunicazione (verbale, scritta, gestuale o di altro tipo) dovute a deficit della comprensione o della produzione
- fonetico-fonologico: interessa la produzione dell’eloquio che si ripercuote sulla sua intellegibilità;
- della comunicazione sociale: interessa gli aspetti di pragmatica
- della fluenza con esordio nell’infanzia (balbuzie).
Il disturbo della fluenza comprende alterazioni persistenti della cadenza dell’eloquio, che determinano ansia o limitazione dell’efficacia della comunicazione.
Disturbo dello spettro dell’autismo
Il disturbo dello spettro dell’autismo è caratterizzato da deficit persistenti della comunicazione sociale e dell’interazione sociale, tra cui:
- deficit della reciprocità sociale;
- deficit della comunicazione non verbale utilizzata per le interazioni interpersonali.
Inoltre, deve essere presente un repertorio di comportamenti, interessi o attività ristretto e ripetitivo.
Disturbo da deficit di attenzione/iperattività
Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività è determinato da un pattern persistente di:
- disattenzione;
- disorganizzazione;
- iperattività-impulsività.
La disattenzione e la disorganizzazione comportano l’incapacità di mantenere l’attenzione su un compito o su un gioco, l’apparente mancanza di ascolto, la perdita di oggetti e l’essere spesso sbadato nella vita quotidiana. L’iperattività-impulsività implica un livello di attività eccessivo, agitazione, incapacità di rimanere seduti, intromissione nelle attività altrui e incapacità di aspettare. Tale aspetto si può riflettere anche nel linguaggio e nell’organizzazione del pensiero.
Disturbo specifico dell’apprendimento
Il disturbo specifico dell’apprendimento si manifesta con deficit specifici dell’abilità di percepire o elaborare informazioni in maniera efficiente e precisa. Le difficoltà di apprendimento emerge durante i primi anni scolastici, ma possono non esprimersi pienamente fino a che le richieste scolastiche superano le capacità dell’individuo.
Il disturbo si caratterizza di persistenti e progressive difficoltà nell’apprendere le abilità scolastiche di base nell’ambito della lettura, dell’espressione scritta e/o del calcolo. La prestazione dell’individuo nelle abilità scolastiche sono notevolmente al di sotto della media rispetto all’età cronologica. Tali difficoltà possono interferire con il rendimento scolastico, lavorativo, o con le attività di vita quotidiana.
Disturbi del movimento
I disturbi del movimento comprendono:
- il disturbo dello sviluppo della coordinazione: determinato da deficit dell’acquisizione e dell’esecuzione delle abilità motorie coordinate e si esprime con goffaggine, lentezza o imprecisione nello svolgimento degli atti motori quotidiani
- il disturbo da movimento stereotipato: si osservano comportamenti motori ripetitivi, apparentemente intenzionali ed afinalistici. Tali comportamenti interferiscono con le attività sociali, scolastiche o di altro tipo
- i disturbi da tic: caratterizzati dalla presenza di tic motori o vocali; si tratta di movimenti stereotipati o vocalizzazioni improvvisi, rapidi e non ritmici. Nei disturbi da tic rientrano il disturbo di Tourette, disturbo persistente da tic e transitorio.
Altri disturbi del neurosviluppo
Rientrano in questa categoria i disturbi del neurosviluppo con altra specificazione e quelli senza specificazione. In entrambi i casi si tratta di manifestazioni in cui i sintomi caratteristici di un disturbo del neurosviluppo, che causano disagio significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altri contesti della vita quotidiana, predominano ma non soddisfano totalmente i criteri per uno dei disturbi sopra citati.2
La categoria “disturbo del neurosviluppo con altra specificazione” è utilizzata quando il clinico sceglie di comunicare la ragione specifica per cui la manifestazione non soddisfa i criteri per nessun specifico disturbo del neurosviluppo.
La seconda categoria invece si utilizza nelle situazioni in cui il clinico sceglie di non specificare la ragione per cui i criteri per uno specifico disturbo del neurosviluppo non vengono soddisfatti. Si comprendono, in questo caso, le condizioni in cui ci sono informazioni insufficienti per porre una diagnosi più specifica e approfondita.3
Bibliografia
- Istituto superiore di sanità.
- Anffas.
- Disturbi del neurosviluppo estratto dal mini DSM-5”, 2015, Milano, Raffaelo Cortina Editore.
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