Classificazione delle emianopsie
Definizione
Il termine emianopsia indica l’abolizione di una metà del campo visivo, dove gli stimoli visivi non vengono percepiti. Il significato è ben evidenziato dall’etimologia del termine, composto da “emi-” (metà), “an-” (senza) e “-opsia” (vista).
Per comprendere quali limitazioni comporti questo tipo di deficit del campo visivo basta chiudere un occhio e visualizzare una linea immaginaria, verticale o orizzontale, che attraversi la scena che riusciamo a vedere passando per il suo centro; immaginando che tutto ciò che si trova da una parte (sopra, sotto, a sinistra oppure a destra) della linea stessa non possa essere osservato abbiamo un’idea di ciò che vedrebbe un soggetto con emianopsia.
Classificazione
La linea che separa la porzione vista da quella non vista del campo visivo potrà essere verticale oppure orizzontale, il che consente di introdurre un primo criterio di classificazione dell’emianopsia: emianopsia laterale o verticale ed emianopsia altitudinale od orizzontale.
È scontato a questo punto operare un’ulteriore suddivisione, distinguendo nel primo caso tra emianopsia destra (figura 1a) ed emianopsia sinistra (figura 1b) e, nel secondo, tra emianopsia superiore (Figura 1c) ed emianopsia inferiore (figura 1d).
Non è infrequente riscontrare casi di emianopsia incompleta, in cui non manca una metà completa del campo visivo, di cui risulta invece preservata una porzione aggiuntiva. In questi casi spesso si parla di “risparmio”; ad esempio il “risparmio maculare” si riferisce al mantenimento della funzione della porzione centrale del campo visivo, corrispondente alle fibre che originano nella zona maculare della retina (figura 2).
La compromissione può riguardare anche solo un quadrante del campo visivo; la condizione riscontrata viene descritta come quadrantopsia (figura 3), assieme all’indicazione di quale sia il quadrante coinvolto.
Se siamo in presenza di un’emianopsia con “risparmio” di un settore che, adiacente alla porzione sana del campo visivo, si amplia dal centro dello stesso verso la sua periferia, possiamo riscontrare situazioni intermedie tra un’emianopsia e una quadrantopsia, più prossime alla prima o alla seconda condizione a seconda dell’estensione del settore stesso.
Finora non è stato menzionato il fatto che a partire da una struttura chiamata chiasma ottico le fibre nervose originatesi nella porzione temporale della retina dell’occhio destro accompagnino quelle provenienti dalla porzione nasale dell’occhio sinistro verso la porzione destra del cervello, e viceversa. In questo modo alla zona occipitale destra del cervello giungono informazioni visive corrispondenti prevalentemente alla porzione sinistra del campo visivo binoculare e alla zona occipitale destra quelle corrispondenti prevalentemente alla porzione sinistra.
Questa peculiare organizzazione determina una conseguenza interessante per quanto riguarda la classificazione delle emianopsie: lesioni chiasmatiche e retrochiasmatiche (localizzate cioè in corrispondenza del chiasma ottico e dietro di esso) interessano tipicamente sia alcune fibre provenienti dall’occhio sinistro, sia altre provenienti da quello destro; pertanto potremo classificare le emianopsie risultanti a seconda del rapporto reciproco tra i deficit riscontrati nei due campi visivi monoculari.
Dato che, come descritto, le fibre retiniche con origine nasale e temporale (quindi approssimativamente separate da una linea verticale) sono destinate a prendere strade diverse, queste considerazioni valgono in particolare per le emianopsie laterali.
Distingueremo quindi tra:
- emianopsia omonima, quando si osserva la compromissione dello stesso lato del campo visivo di ciascun occhio
- emianopsia eteronima, quando la compromissione del campo visivo di un occhio risulta opposta rispetto a quella riscontrata nel campo visivo dell’altro occhio (queste denominazioni possono essere impiegate anche per la descrizione delle quadrantopsie).
A seconda della porzione di campo visivo mancante potremo distinguere ulteriormente tra:
- emianopsia omonima sinistra (figura 4b) o destra (figura 4c), rispettivamente con compromissione della porzione destra o sinistra del campo visivo di entrambi gli occhi
- emianopsia eteronima binasale (figura 4d) più rara, compromette la visione della porzione sinistra del campo visivo dell’occhio destro e la porzione destra del campo visivo dell’occhio sinistro; soggettivamente il paziente affetto ha difficoltà nella visione di ciò che si trova posizionato davanti a sé
- emianopsia eteronima bitemporale (figura 4e) più frequente, compromette la visione delle porzioni temporali del campo visivo di ciascun occhio; soggettivamente il paziente ha ad esempio difficoltà a rilevare oggetti ed ostacoli posizionati in periferia, sia a destra sia a sinistra.
Il legame tra questi tipi di emianopsie e le patologie del chiasma ottico è descritto più in dettaglio nell’articolo Emianopsia e patologie del chiasma ottico, dove si segnala come la presentazione delle diverse tipologie di deficit del campo visivo siano strettamente correlate alla posizione della lesione che le ha provocate.
Ad esempio, nell’immagine in basso (figura 5) vengono schematicamente indicate le alterazioni del campo visivo che più frequentemente si possono osservare come conseguenza di danni alle vie ottiche (per semplicità sono riportate lesioni solo a destra, oltre che, centralmente, al chiasma ottico).
Infine, può essere utile distinguere tra emianopsia temporanea (ad esempio nel caso in cui si manifesti solo durante episodi di emicrania con aura visiva) o permanente, congenita o acquisita, con insorgenza acuta o progressiva.
Conclusione
La classificazione delle emianopsie, legata essenzialmente all’individuazione dell’area del campo visivo compromessa, oltre che a fini puramente descrittivi risulta utile almeno sotto tre aspetti:
- permette di prevedere le maggiori difficoltà a cui può andare incontro il paziente, ad esempio quali ostacoli saranno per lui più complicati da individuare, se durante la lettura sarà più impegnativo seguire il rigo o andare a capo, etc.;
- consente di localizzare le aree anatomiche in cui è più probabile sia situata la lesione responsabile del deficit;
- data la considerazione precedente, può suggerire alcune delle cause che più probabilmente hanno determinato la lesione iniziale (ictus, ischemia cerebrale, meningite, traumi, tumori cerebrali, tumori dell’ipofisi, sclerosi multipla, etc.).
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