Campo visivo: il punto di vista dei pazienti con deficit

Enrica Fontanelli
Ortottista ed Assistente in Oftalmologia
4 minuti
 
La Dott.ssa Fontanelli ci propone il punto di vista del paziente su emianopsia (particolare deficit del campo visivo) e telemedicina.
Sommario

    La redazione di Emianopsia.com ha il piacere di ospitare in questo spazio virtuale la Dott.ssa Fontanelli: Ortottista Assistente in Oftalmologia. La Dott.ssa Fontanelli ci fornisce un approfondimento volto a comprendere i bisogni e le necessità di chi affronta questa particolare sintomatologia del campo visivo: l’emianopsia.

    Prima di iniziare ci teniamo a darvi un accenno sull’utilità della perimetria.

    Perimetria: lo studio del campo visivo

    La perimetria è un esame che consiste nella misurazione dell’ampiezza della porzione di spazio che il paziente riesce a vedere. Attraverso questo esame diagnostico siamo in grado di riconoscere eventuali difetti causati da glaucoma, diabete e malattie della retina.

    La perimetria ricopre un ruolo di primo piano proprio nella diagnosi del glaucoma, rivelandosi un essenziale strumento di monitoraggio della sua progressione.

    Come si svolge l’esame del campo visivo?

    L’apparecchiatura che viene utilizzata durante la visita oculistica ha il nome di “campimetro“.

    Attraverso questo strumento, il quale è formato da una cupola con sfondo bianco, il paziente viene sottoposto a una serie di stimoli luminosi di varia intensità; ogni volta che il soggetto percepisce uno di questi stimoli deve segnalarlo tramite un pulsante.

    Ecco qui un video che vi introduce a questo esame caricato da Ok Salute e Benessere.

    Verifica la porzione di spazio che si riesce a vedere con lo sguardo dritto in avanti.

    Dott.ssa Fontanelli può spiegarci come ci si approccia a questo particolare deficit (emianopsia)?

    L’emianopsia deve essere sempre sottoposta all’attenzione di uno specialista, difatti si cerca di trattare il sintomo in tutte le situazioni possibili. La presa in carico della sintomatologia deve porsi l’obiettivo di istruire il paziente all’uso di strategie compensatorie (come ad esempio ausili ottici) oppure può indirizzarlo verso una terapia neuroriabilitativa.

    Il trattamento di questo particolare deficit del campo visivo risulta indifferibile in tutti quei casi in cui si ha una riduzione dell’indipendenza di azione nei pazienti, che risulta essere di grande importanza non solo nella vita di ogni giorno, ma anche per la salute mentale e interiore di questi pazienti.

    Qual è il grado di consapevolezza del paziente riguardo il proprio deficit visivo? Quali sono le sue richieste e necessità?

    “Il grado di consapevolezza del paziente non solo cambia da individuo a individuo, ma si modifica anche nel corso del tempo e in base all’approccio e al trattamento della sintomatologia. Le necessità del paziente riguardano la vita di ogni giorno: dalla semplice deambulazione, alla lettura fino alla guida. Difatti, un paziente emianoptico può urtare contro oggetti e persone nella deambulazione, fattispecie che rischia di generare inciampi e cadute.

    Questa tipologia di pazienti avrà difficoltà nella lettura, che quindi finirà per essere vista come fonte di stress e stanchezza, arrivando così ad abbandonare questo genere di attività. Importantissima inoltre è la guida, che segna l’indipendenza di questi pazienti e di conseguenza la loro vita, sia all’interno dell’ambiente lavorativo che al di fuori di esso.

    La recente emergenza sanitaria ha palesato l’impatto strategico che la telemedicina può avere sul nostro sistema sanitario: qual è il suo pensiero sugli approcci innovativi che la telemedicina si prefigge di rendere standard e consuetudine del sistema sanitario? 

    Sicuramente la telemedicina rappresenterà sempre più un metodo di gestione e aiuto importante per il paziente. Difatti, il monitoraggio del paziente a distanza non solo dà la possibilità di aiutare in una situazione di “emergenza”, ma può anche portare seri benefici come ad esempio il risparmio di tempo; non dimentichiamo inoltre che la telemedicina può rivelarsi un valido alleato per superare quelle difficoltà di mobilità che possono coinvolgere, in particolar modo, questi pazienti emianoptici.

    Oltre alle situazioni di “emergenza” la telemedicina permette comunque il monitoraggio di pazienti cronici, fattispecie che risulta essere di grande importanza.

    Per approfondire sullo stato attuale della telemedicina in Italia potete leggere il nostro articolo: “Telemedicina in Italia: ponte tra innovazione e tradizione“.

    In base alla sua esperienza, i pazienti come percepiscono i nuovi strumenti di telemedicina? Li identificano come un’opportunità oppure vi si approcciano con diffidenza?

    “In base alla mia esperienza la telemedicina per i pazienti rappresenta un’opportunità, un mezzo in più per far fronte alle proprie difficoltà e problematiche di salute. La medicina a distanza costituisce infatti un metodo alternativo di efficienza, che può anche risultare un “tranquillizzante” per pazienti che hanno urgenza di ricevere un’opinione da uno specialista.

    Difatti, direi che il paziente generalmente identifica gli strumenti di telemedicina con positività, soprattutto in un mondo dinamico come il nostro, in cui ogni giorno si ha la possibilità o il dovere di spostarci anche in luoghi lontani per le più svariate necessità.”

    Ringraziamo la Dott.ssa Fontanelli per averci esposto il punto di vista dei pazienti, abbracciando le varie problematiche che possono coinvolgere il campo visivo.

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